Nella medicina del lavoro lo stress ‘lavoro-correlato’ viene definito come la percezione di squilibrio avvertita dal lavoratore quando le esigenze dell’ambiente lavorativo eccedono le capacità individuali per fronteggiare tali richieste, portando inevitabilmente nel medio-lungo termine ad un vasto spettro di sintomi o disturbi che vanno dal mal di testa, ai disturbi gastrointestinali, dalle patologie del sistema nervoso ai disturbi del sonno, nevrastenia, sindrome da fatica cronica fino a casi di burn-out o collasso nervoso.
Lo stress ‘lavoro-correlato’ può interessare potenzialmente ogni luogo di lavoro e ogni lavoratore in quanto causato da aspetti diversi strettamente connessi con l’organizzazione e l’ambiente in cui ci si trova a dover operare. Secondo l’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, il fenomeno interessa prevalentemente i medici e le altre figure sanitarie (32,6% del totale), compresi gli operatori del benessere, i volontari, gli addetti ai servizi di emergenza, tra cui poliziotti e vigili del fuoco (33,2% del totale), psicologi, psichiatri e assistenti sociali, insegnanti ed educatori, avvocati ed in generale chiunque a livello organizzativo sovraintenda un’attivita lavorativa come i dirigenti (39,6% del totale) o i capi reparto di stabilimento.
Se non opportunamente trattati, questi soggetti cominciano a sviluppare un lento processo di “logoramento” o “decadenza” psicofisica dovuta alla mancanza di energie e di capacità per sostenere e scaricare lo stress accumulato.
Lo stress positivo (eustress)
In fisiologia lo stress si identifica con la “sindrome di adattamento alle sollecitazioni” da parte dell’ambiente esterno ovvero l’insieme delle reazioni biochimiche e biofisiche che il nostro organismo mette in atto di fronte a qualcosa di nuovo che altera l’equilibrio della nostra esistenza.
Ma lo stress non è sempre un nemico, una certa quantità di stimoli indirizzati al nostro corpo e alla nostra mente, serve per mantenerci attivi e reattivi ed è indispensabile per poterci districare in modo efficace nei problemi quotidiani. In breve, un livello moderato di stress è positivo in quanto aumenta sicuramente la resistenza e la capacità di adattamento dell’organismo, tale condizione viene definita eustress.
Lo stress negativo (distress)
Quando le stimolazioni emotivamente importanti giungono a noi, il nostro organismo produce una cascata di ormoni fra cui adrenalina e cortisolo che creano uno stato temporaneo di allerta che dovrebbe durare soltanto per il tempo necessario per reagire all’evento stressante.
Se la scarica ormonale si protrae nel tempo, s’intensifica o diventa cronica, allora essa può trasformarsi in un veleno per la mente e per il corpo dando luogo all’insorgere di malesseri fisici e psichici che possono andare dalla depressione al panico, dall’ulcera e gastrite all’ipertensione, dalla colite fino all’allergia.
In questo caso infatti i sistemi fisiologici e psicologici di adattamento non sono più in grado di riportarci a una situazione di equilibrio e si parlerà di distress.
Come reagisce l’organismo
L’organismo umano affronta o sopporta le difficoltà, procurando l’energia necessaria tramite un processo naturale, la reazione di stress, paragonabile a un innato meccanismo di adattamento che consente di adeguare le reazioni individuali all’imprevedibile variare delle circostanze.
Tale processo è caratterizzato da tre fasi fondamentali: reazione di allarme, resistenza o adattamento ed esaurimento. Nella fase di resistenza l’organismo chiama a raccolta tutte le sue risorse disponibili per l’azione immediata, attraverso un’intensa produzione di adrenalina, noradrenalina e cortisolo (aumento pari anche a 10 volte il normale) e una rapida accelerazione del ritmo cardiaco.
Si attiva anche la produzione di betaendorfine, gli antidolorifici propri dell’organismo che consentono, tramite l’innalzamento della soglia del dolore, di resistere a tensioni emotive, traumi fisici o sforzi intensi.
Per effetto del cortisolo nel corpo si innescano numerose ulteriori reazioni organiche: aumento del metabolismo, del battito cardiaco e della pressione arteriosa con maggior afflusso di sangue nei muscoli, la sudorazione aumenta e si ha un incremento della funzione respiratoria, le pupille si dilatano ed anche la percezione uditiva si fa più efficiente.
La fase di resistenza o adattamento comincia quando l’organismo prova ad adattarsi alle nuove circostanze, mediante l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (asse HPA) nel quale viene messo in atto un complesso programma sia biologico che comportamentale che sostiene la risposta ai fattori stressogeni.
In questa fase di resistenza abbiamo la sovrapproduzione di cortisolo che causa un indebolimento delle difese immunitarie, arrivando perfino alla loro completa soppressione: tale evento, se è limitato nel tempo, non è preoccupante ma nel lungo periodo può portare all’attecchimento di molte malattie virali, batteriche e si pensa anche autoimmuni come l’artrite reumatoide o la sclerosi multipla.
La fase conclusiva è rappresentata dall’esaurimento dovuto alla completa mancanza di energie, con periodi di recupero lunghi e debilitanti (anche depressivi).
Questa condizione è caratterizzata da un calo repentino degli ormoni surrenalici (adrenalina, noradrenalina e cortisolo) e da una rapida diminuzione delle riserve energetiche.
L’effetto stimolante del sistema nervoso simpatico viene sostituito da quello calmante del parasimpatico. Grazie all’azione di quest’ultimo, si ripristina il normale afflusso sanguigno nell’apparato digerente, nel cervello e a livello cutaneo ed il corpo terderà a tornare nella condizione di perfetto equilibrio.
I danni dello stress
L’esposizione a livelli eccessivi di stress può provocare numerosi disturbi a carico dei vari sistemi ed apparati del nostro organismo. Lo stress cronico causa una tensione generale a carico dell’apparato muscolo-scheletrico, a seguito della quale possono insorgere frequenti emicranie, dolori muscolari e torcicollo. Inoltre il corpo è più predisposto a danni fisici come slogature e traumi. Lo stress negativo è poi responsabile dell’aumento della frequenza cardiaca e broncodilatazione che per chi soffre di asma o allergie, può essere una condizione invalidante. I danni dello stress sulla pelle possono evidenziarsi con problemi di acne, rughe, eczemi, orticaria e dermatiti localizzate. Lo stress è direttamente responsabile degli scompensi sul metabolismo ed è correlato ai problemi digestivi, in quanto le persone soggette tendono a mangiare in fretta o in preda alle preoccupazioni, ne conseguono problemi di reflusso acido e bruciore di stomaco, ulcere gastriche e diarrea. Lo stress influenza anche la concentrazione e la memoria con incapacità di ricordare informazioni immagazzinate anche poco tempo prima. Infine lo stress può alterare i meccanismi ormonali ed influenzare il ciclo mestruale con eventi dolorosi o irregolari. Possono anche esserci disturbi sessuali come il calo della libido e della fertilità.
Il decalogo anti-stress
Semplici ma salutari azioni quotidiane possono aiutare a trasformare il disagio in energia vitale: 1) ogni mattina al risveglio siediti sul letto con il busto eretto, chiudi gli occhi e fai almeno 50 respiri lenti e profondi – 2) non rievocare rimpianti e smetti di esprimere giudizi su di te in modo da liberare la tua spontaneità – 3) ritrova il buonumore dando priorità alle cose che ti fanno stare bene e se ti capita ridi di gusto – 4) ritaglia almeno una mezz’ora durante la giornata per stare in silenzio in un luogo tranquillo – 5) libera il cervello dalle tensioni facendo ogni giorno qualcosa di apparentemente inutile come colorare un disegno oppure osservare la natura – 6) pratica costantemente attività fisica o cammina per almeno 30 minuti al giorno – 7) utilizza il potere rigenerante del sonno dormendo almeno 8 ore a notte. Regolarizza il ritmo sonno-veglia andando a letto sempre alla stessa ora ed evitando “riposini” pomeridiani – 8) cura l’alimentazione con cibi naturali e poco elaborati – 9) esprimi le tue emozioni e i tuoi sentimenti nella maniera più diretta e serena possibile – 10) impara a perdonare.
Bibliografia: Dossier Riza febbraio/marzo 2017